Posturoconsapevolezza, approccio globale al paziente - Dott. Alessandro Garlinzoni | Osteopata
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Posturoconsapevolezza, approccio globale al paziente

Le Figure professionali che possono approcciare alla Posturologia – e quindi all’analisi della postura – sono diverse e variano da medici “posturoconsapevoli” che si occupano dell’apparato locomotore, logopedisti, dentisti, ortodonzisti, vestibologi, ottici ed ortottici, podologi.

Anche chi si occupa di Osteopatia, riabilitazione o Scienze Motorie (ISEF) può trattare la postura e studiare la Posturologia, ma ciò non basta di per sé per potersi definire “posturoconsapevoli”.

Gli obiettivi di un Posturologo

Il Posturologo deve ricercare la salute affrontando le cause e non i sintomi, analizzando molti fattori relativi alla vita presente e passata del paziente che arriva alla sua attenzione: attività lavorativa, attività sportiva, traumi sportivi, incidenti, interventi chirurgici ed eventuali cicatrici, problematiche visive (non solo il visus, ma anche la motricità oculare e le problematiche di convergenza), problematiche oro-stomatognatiche (mobilita dell’articolazione temporo-mandibolare, malocclusioni, interventi in bocca, motricità linguale), problematiche vestibolari.

Il corpo umano è un tutt’uno, non è composto da unità distinte tra loro, quindi deve essere affrontato conoscendo quali afferenze possono modificare l’equilibrio endogeno ed esogeno del paziente. Spesso si crede di dover andare dal posturologo quando ci vediamo “storti” o non in asse ma non è così. Il nostro assetto è solo la risultante del nostro passato, di quello che siamo stati e di come ci siamo adattati.

Spesso siamo afflitti da dolori/fastidi cronici che vanno e vengono, affrontandoli solo con i farmaci. In questo modo non facciamo altro che spegnere il campanello d’allarme che ci dice  “QUALCOSA NON VA”  ma, non affrontiamo la causa. Ecco, il Posturologo affronta la causa e lavora in sinergia con altre figure per raggiungere l’obiettivo Salute.

Gli strumenti del Posturologo

Nessuna figura medica o paramedica può essere la soluzione a tutti i mali ed è per questo che il Posturologo deve conoscere la Neurofisiologia di tutti i recettori posturali (occhi, piedi, bocca, pelle, visceri, psiche) e la storia (anamnesi) del paziente, inviandolo poi allo specialista più indicato.

Per quanto riguarda gli strumenti che si utilizzano, di sicuro la tecnologia riveste un ruolo fondamentale in quanto aiuta ad avere una maggiore precisione nell’utilizzo di foto, pedane stabilometriche, baropodometria, test visivi, buccali e neurologici, finalizzati a comprendere come reagisce il paziente a vari stimoli.

Gli strumenti del Posturologo

Nessuna figura medica o paramedica può essere la soluzione a tutti i mali ed è per questo che il Posturologo deve conoscere la Neurofisiologia di tutti i recettori posturali (occhi, piedi, bocca, pelle, visceri, psiche) e la storia (anamnesi) del paziente, inviandolo poi allo specialista più indicato.

Per quanto riguarda gli strumenti che si utilizzano, di sicuro la tecnologia riveste un ruolo fondamentale in quanto aiuta ad avere una maggiore precisione nell’utilizzo di foto, pedane stabilometriche, baropodometria, test visivi, buccali e neurologici, finalizzati a comprendere come reagisce il paziente a vari stimoli.

Il Posturologo Osteopata

L’Osteopata e Posturologo analizza in prima visita la postura, sottoponendo il paziente a test specifici su tutti i recettori e cercando di capire quale recettore sia “l’assassino” e quali siano i complici che fanno sentire il “dolore”.

E’ importante in prima battuta ridare libertà funzionale alle strutture implicate, ma anche rieducare posturalmente il paziente, rendendolo consapevole ed autonomo con alcuni esercizi sui recettori posturali molto semplici, che può fare da solo, monitorando poi i risultati con test svolti a distanza di tempo.

Parallelamente, L’Osteopata e Posturologo collabora con varie figure mediche a cui indirizza il paziente in caso ci sia bisogno di una visita più approfondita.

La parola d’ordine è e deve essere “INTERDISCIPLINARIETÀ”.

“Posturoconsapevolezza”: un esempio concreto

Come accennato all’inizio, un professionista che si occupi di postura, al di là dei titoli, deve essere consapevole che molti recettori possono intervenire nel malessere del paziente e che probabilmente non siamo noi la soluzione.

Personalmente, lavoro molto con aziende e tratto spesso videoterminalisti con dolori cervicali.

Se non fossi “posturoconsapevole” approccerei direttamente la cervicale senza dare importanza allo strumento che il paziente usa tra le 8 alle 10 ore al giorno davanti al computer, ovvero l’occhio.

In realtà, l’approccio più logico è capire con dei semplici test se vede bene, se la motricità e la convergenza oculare sono corrette, ma anche se è particolarmente stressato e magari stringe i denti mentre lavora.

Inoltre, traumi non affrontati in maniera corretta, problematiche vestibolari, che obbligano a tenere il capo o il corpo in posizione anomala, e viscerali sono tutti fattori che influenzano la postura. Insomma, la Posturocosapevolezza è un approccio globale all’essere umano e non al “semplice” dolore per il quale il paziente si è rivolto a noi.

 

Fonte: Dossiersalute.com

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